INCITAZIONE ALL’ODIO – Lettera aperta al direttore de Il Giornale

Un articolo pesantemente razzista contro i rumeni. Un altro. Non ci mancava. A un giorno dall’uscita del DDL sul cosidetto “pacchetto sicurezza” Il Giornale si distingue per un’uscita che non fa altro che alimentare un clima xenofobo che sta diventando insostenibile. Perchè? Lo abbiamo chiesto al direttore del quotidiano Mario Giordano. Quella che segue è una lettera che gli abbiamo scritto oggi. Seguiranno segnalazioni all’Ordine dei Giornalisti e alla Federazione della Stampa.

Caro Direttore
esprimiamo tutto il nostro sdegno e la nostra protesta di cittadini e lettori per l’articolo apparso mercoledì 4 febbraio sul quotidiano on line Il Giornale.it da Lei diretto. L’articolo dal titolo “Cacciamoli Bucarest si riprenda le sue canaglie” e firmato da Paolo Granzotto attinge al peggior immaginario collettivo a cominciare dall’utilizzo del termine “razza” geneticamente e storicamente infondato.

L’estrema violenza del linguaggio e delle affermazioni a partire dall’incipit che si impone come un incitamento all’odio nei confronti dei cittadini romeni prosegue con un crescendo di generalizzazioni per cui i reati dei singoli diventano responsabilità di tutti i romeni. L’irregolarità della condizione di soggiorno in Italia (per il Granzotto “la clandestinità”) viene secondo un copione vecchio e collaudato, posta come sinonimo di criminalità,un’impostazione fuorviante perchè non spiega niente e rinvia al peggior immaginario collettivo.

L’articolo risulta offensivo e lesivo della dignità per le migliaia di cittadini di origine rumena che vivono in Italia e contrario al codice deontologico dei giornalisti e al richiamo forte che Ordine dei Giornalisti, FNSI e UNHCR hanno fatto adottando la Carta di Roma – protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati,vittime della tratta e migranti.

Ci sfugge francamente la ragione di pubblicare tale articolo che non è nè un editoriale che pone degli interrogativi e stimola la riflessione, è ha un valore informativo di un pezzo giornalistico “vero”, documentato e redatto sulla base di dati e fonti citati, adeguatamente contestualizzati e comprovati. L’apertura di un forum/dibattito sullo stesso articolo ? altrettanto aberrante perchè amplifica l’incitamento alla stigmatizzazione e criminalizzazione indifferenziata di tutti i rumeni facendo di loro, agli occhi della pubblica opinione, dei facili capri espiatori.

La libertà di espressione così come l’utilizzo di mezzi potenti di comunicazione come quelli di massa devono comunque garantire il rispetto della è persona, la sua dignità e il suo diritto alla riservatezza e non discrimina mai nessuno per la sua razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche.( carta dei doveri del giornalista documento CNOG-FNSI dell’ 8 luglio 1993). Non può passare in secondo piano il fatto che il diritto alla libera espressione e quello alla dignità personale sono entrambi costituzionalmente garantiti e di pari rango e ciascuno dei due trova il proprio limite laddove inizia l’altro.

Ci auguriamo che Lei e il suo giornale vogliate al più presto porgere le vostre scuse ai tanti rumeni presenti in Italia e ai cittadini e lettori che ancora hanno a cuore i diritti umani e civili in questo paese e dare spazio e voce alla stragrande maggioranza dei cittadini rumeni che vivono pacificamente e onestamente in Italia.

Presidente
( Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti)
Fabio Laurenzi