Istituto di San Floriano e Banca del Germoplasma, appello per salvarli

Un appello per salvare l’Istituto di San Floriano e la Banca del Germoplasma.

Due preziosi patrimoni del territorio veneto sono a rischio chiusura. L’Istituto Provinciale Sperimentale di Frutticoltura e Viticoltura di San Floriano (Verona) e la Banca Provinciale del Germoplasma (una vera e propria banca dei semi) di Lonigo (Vc) rischiano infatti di chiudere per sempre i propri battenti per mancanza di risorse.

La triste eventualità ha spinto i sindaci dei sette comuni della ValPolicella, la cittadinanza e le associazioni del territorio (tra cui anche COSPE) a lanciare un appello per salvare due fiori all’occhiello dell’agricoltura veneta. Un appello che arriva proprio in un momento estremameente delicato per l’agricoltura regionale, messa in crisi dalle mancate promesse delle politiche agricole nazionali, dall’industria agroalimentare intensiva, dal rischio Ogm dietro l’angolo, e anche dai cambiamenti climatici sempre più estremi e disastrosi per le coltivazioni.

C’è un estremo bisogno di nuove idee, di progetti realizzabili, di ricerca – spiega l’appello – gli agricoltori sono economicamente dipendenti dalle banche e dalle sovvenzioni, non hanno autonomia, il reddito è sempre più basso. E’ il momento di ‘mettere in campo’ le risorse intellettuali, di aver fiducia nel futuro. La logica del profitto immediato va messa da parte, è ora di produrre idee per ridare fiato e prospettive, di produrre cibo sano, di creare posti di lavoro, di costruire un rapporto equilibrato fra campagna e città”.

La rete di aderenti continua proponendo una soluzione alternativa alla chiusura: la fusione dei due istituti in un unico “Centro di Sperimentazione veneto di Cereali, Frutticultura e Viticoltura”, ospitato a San Floriano (vicino a Verona) e intitolato a Strampelli, e la creazione di una fondazione privata finanziata da comuni, Regione, università, istituti agrari, Camere di Commercio, ma anche banche e mondo agricolo presenti sul territorio veneto.

“Se il mondo contadino non metterà ‘mano al portafoglio’ – si chiude l’appello – e non contribuirà in parte a creare questo polo dell’eccellenza agricolo, dimostrerà la sua miopia nel saper solo chiedere senza mai investire del suo e mettersi in gioco”.

La posta in palio è il futuro stesso dell’agricoltura veneta e italiana.

 

 

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