L’assemblea generale dell’ONU riconosce l’accesso all’acqua come “diritto umano”

Dopo 15 anni di dibattiti è stata approvata ieri, il 28 luglio 2010, una risoluzione non vincolante dall’Assemblea Generale ONU.

Con 122 voti favorevoli, nessun contrario e 41 astenuti l’Assemblea Generale Onu, riunitasi il 28 luglio a New York, ha riconosciuto il diritto al’acqua potabile e alle cure sanitarie di base come “diritto dell’uomo, indispensabili per il pieno godimento del diritto alla vita” e, come si legge nel testo presentato dalla Bolivia, ?si invitano gli Stati e le organizzazioni internazionali ad adoperarsi per fornire aiuti finanziari e tecnologici ai Paesi in via di sviluppo, esortandoli ad “aumentare gli sforzi affinchè tutti nel mondo abbiano accesso all’acqua pulita e a installazioni mediche di base”. Sebbene di tratti di una risoluzione non vincolante questo voto è un risultato storico: il dibattito va avanti infatti da 15 anni.

Anche questa discussione pur non vedendo Stati membri contrari, ha sollevato alcune obiezioni e astensioni eccellenti: Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Australia. Per questi stati l’approvazione di questa risoluzione potrebbe addirittura mettere in discussione il processo in corso a Ginevra al Consiglio dei diritti Umani perchè, ha detto il rappresentante degli Stati Uniti: “descrive il diritto all’acqua e alla cure sanitarie di base in un modo che non riflette la legislazione internazionale esistente, che la stesura del testo della dichiarazione non è stata fatta in modo trasparente e partecipativo e infine che nè l’Assemblea nè il processo in corso a Ginevra hanno ancora preso in considerazione totalmente cosa implichi dichiarare l’acqua un diritto.

Intanto la notizia viene accolta anche in Italia dai tanti movimenti della Società civile come un primo successo, e come un passo decisivo per affrontare la questione sempre più urgente della mancanza di risorse idriche sufficienti per centinaia di milioni di persone.

Sempre nello stesso documento dell’Onu si leggono infatti alcune stime: ogni anno un milione e mezzo di bambini sotto i cinque anni muore per malattie legate alla carenza d’acqua o di strutture igieniche, 884 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e 2,6 miliardi vivono in condizioni igienico-sanitarie insufficienti.