LA CARESTIA COLPISCE LA SOMALIA:MILIONI DI SFOLLATI

Sono più di un milione le persone che ogni giorno scappano dalla fame e si spostano cercando le piogge” dice Dunia Mohamed Ali membro dell’associazione somala IIDA e della SWA, la Somali Women Agenda, un network di associazioni che ad oggi riunisce 19 organizzazioni femminili in Somalia e della Diaspora.

Tre milioni e settecento secondo l’onu quelle in pericolo di vita per denutrizione e le pessime condizioni igienico sanitarie. La carestia in Somalia c’è. E assomiglia a quella terribile del 1992 con milioni di sfollati che si riversavano in Kenya e in Etiopia.
“Adesso, se possibile la situazione è ancora peggiore -aggiunge Dunia- e le persone vengono in gran parte fino a Mogadisho perchè la stessa Etiopia sta soffrendo di carestia e siccità e perchè questa volta le regioni interessate non sono solo quelle del sud ma anche altre, come il Lower Shabelle, che all’epoca della precedente crisi non furono toccate”.

Dunia è responsabile per IIDA dei rifugiati interni e in questi giorni insieme a SWA, e al Forum della società civile che si è da poco costituito (6 associazioni in tuta la Somalia) stanno mobilitando forze interne ed esterne per raccogliere fondi destinati ai campi profughi di Mogadisho: due quelli creati dal governo di transizione Badbaado (salvezza) e Gurman e circa altri 30 che nel frattempo sono sorti spontaneamente in modo disorganizzato in vari quartieri della città.
?La gente arriva disperata e si ammassa dove può, dove trova case vuote o vecchi edifici abbandonati?. Il governo si sta muovendo e sta cercando di arginare l?emergenza come può- dice ancora Dunia – ma noi della societ? civile avevamo già lanciato l’allarme a inizio anno, quando i prezzi delle derrate alimentari continuava a crescere a dismisura. Ad esempio 200 litri d?acqua che normalmente costano 15mila scellini a febbraio costavano già 130mila sul mercato e mezzo chilo di fagioli era passato da 5000 a 52mila scellini. Adesso non si trovano neanche più”. Il governo allora non ha ascoltato, occupato da problemi e litigi interni e adesso si trova ad arginare una situazione fuori controllo.

Finora il Forum della Societ? Civile ha raccolto circa 20.000 dollari e in questi giorni saranno destinati ai campi, sotto forma di cibo, acqua, medicine. “I fondi che servirebbero sono molti di più ma intanto ci preoccupiamo di affrontare il quotidiano“. Le cause di questa crisi, tra polemiche di strumentalizzazione mediatica e difficoltà di collaborazione con le forze politiche e militari in campo, sono molteplici e vengono da lontano: le due stagioni delle piogge saltate per due anni consecutivi, il conseguente l’innalzamento dei prezzi dovuti a siccità e carestia ma anche alla pirateria; mancanza di aiuti umanitari negli anni a causa del controllo di Al Shabaab, le milizie ribelli qaediste che controllano gran parte dei territori della Somalia e che impediscono (tranne qualche deroga negli ultimi giorni) l’ingresso delle agenzie e delle ong internazionali e soprattutto un peggioramento della situazione economica e sociale negli ultimi anni. Quest’ultima, peggiorata da tasse altissime su animali e sul raccolto, è dovuta in gran parte al conflitto che ha aumentato povertà e disoccupazione e non permette alla popolazione somala, che non ha neppure più scorte, di reagire. In tutto questo il lavoro di associazioni della società civile che fanno parte di SWA, come IIda a Mogadisho e zone centrali o quella delle imprenditrici del Basso Jumba, Midnimo, diventa fondamentale. Un coinvolgimento della società civile si renderà infatti necessario anche per la gestione degli aiuti umanitari che, adesso, dopo il vertice FAO di Roma dello scorso 25 luglio sembrano essere stati predisposti da Banca Mondiale e UE.

La SWA, Somali Women Agenda nasce nel 2008 grazie alle associazioni COSPE e IIDA e riunisce ad oggi 19 associazioni femminili in Somalia e della Diaspora somala nel mondo. Sono circa 1 milione le donne che sono raggiunte da attività di formazione, educazione civica, sensibilizzazione.
Le attività di SWA sono principalmente di incidenza politica, di lobbying e advocacy nei confronti del governo riguardo alla istanze femminili: lotta alle discriminazioni contro le donne, abolizione delle mutilazioni genitali femminili, maggior potere decisionale nelle vicende politiche del paese. Molti sono i successi di questi anni: una significativa presenza delle donne nel Governo di Transizione somalo e voce in capitolo nel processo di pace in corso.
www.swomenagenda.org