Grazie a Fatima, Anna, Alketa,Teresa…

Durante la giornata della violenza contro le donne vogliamo celebrare  soprattutto la forza delle tante donne che  in tutto il mondo resistono, delle attiviste che lottano per sopravvivere ma anche per modificare le leggi, le istituzioni, le cultura e le società maschiliste.  Un omaggio scritto da Debora Angeli responsabile COSPE per la equità di genere e i diritti delle donne.    Domani 25 novembre alle 16 saremo in Palagio di Parte Guelfa a Firenze per un’iniziativa del Comune di Firenze a parlare del nostro impegno!

25 novembre 2015. Un altro appuntamento per parlare e discutere della violenza contro le donne. Numeri, statistiche, dichiarazioni, tutto ci aiuta a ricordare che la violenza maschile contro le donne è strutturale alla nostra società, a tutte le società e non c’è niente che la argini, nè appartenenza economica, né culturale, né sociale.

Sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subito qualche forma di violenza nella loro vita, secondo l’Istat nell’ indagine “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia”, e relativa al quinquennio che include il 2014. A commettere le violenze più gravi sono proprio i partner attuali o gli ex compagni.

L’OMS ha dichiarato che la prima causa di morte diretta e indiretta delle donne è la violenza maschile. Molte donne muoiono, sono vittime per anni di queste violenze e molte altre donne da tempo sono chiamate a organizzarsi per fare fronte a tutto questo tenendo aperti i centri anti-violenza con poche risorse e grazie a tanto lavoro volontario, cercando di interloquire con le istituzioni locali, regionali e nazionali per avere risorse adeguate, politiche adeguate, strumenti adeguati. Che spesso non arrivano.

Qui, in Italia, come in Europa, come nel sud del mondo. Stesso problema, cambiano solo le modalità con cui la violenza si manifesta, ma non cambia la resistenza, la forza delle donne che si attivano per dire no alla violenza tenendo aperti centri anti-violenza che dal sud al nord del mondo lavorano con le stesse pratiche della relazione donna-donna per aiutare chi sopravvive e i loro figli, con lo stesso intento di modificare il lavoro delle istituzioni. A Jeta, Alketa, Fatima, Anna, Francesca, Giovanna, Teresa….alle tante attiviste contro la violenza maschile dobbiamo credo un grande GRAZIE.

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