La nazionalità non è un reato. Una petizione contro il “razzismo giornalistico”

“Cronaca nera o cronaca razzista?” Recita così è il titolo provocatorio della petizione, lanciata su Change.org da Gabriele D’Angelo, giovane studente e aspirante giornalista, che mira a introdurre nuove e più severe sanzioni per contrastare l’abuso di alcuni titoli di giornale che mettono in risalto la nazionalità di chi commette un reato. Su Change.org si legge: “Pensateci: che differenza c’è tra ‘Uccide la moglie e si impicca. Il dramma familiare dopo una lite’ e ‘Marocchino uccide la moglie italiana e si impicca. Il dramma familiare dopo una lite’?

La risposta è semplice: nel primo caso si dà una semplice notizia di cronaca nera; nel secondo invece, si aggiungono allo stesso delle informazioni assolutamente irrilevanti per la sostanza della notizia, ma che legittimano indirettamente quell’errata associazione tra criminalità e immigrazione, sulla quale si basa la propaganda elettorale di una parte della scena politica italiana”.

Non si chiede di censurare le informazioni, ma di selezionare solo le informazioni pertinenti alla comprensione della vicenda, come ci ricorda Carta di Roma che ha condiviso la petizione sul proprio sito. La raccolta di firme è stata rivolta a tutti i Presidenti regionali dell’Ordine dei Giornalisti (ODG), sottoposta anche all’attenzione della Presidente della Camera Laura Boldrini e firmata dall’ europarlamentare Cécile Kyenge. COSPE, che da anni si impegna nella promozione di un’informazione corretta e plurale e fa parte dei soci fondatori della Carta di Roma, condivide e diffonde questa iniziativa.

Per sostenere la raccolta di firme clicca qui

 

Foto da unita.tv