La pace? Si fa da uomini liberi

Free barghouti - COSPE

“Esattamente domani saranno 12 anni che mio marito, Marwan Bargohouti, è stato arrestato e portato in prigione.” Così Fadwa Bargouti inizia l’incontro che si è svolto a Firenze lo scorso 14 aprile per presentare la campagna internazionale, sostenuta anche da COSPE,  “Libertà per Marwan Barghouti e per i prigionieri palestinesi”, lanciata nel 2013 dalla cella di Nelson Mandela, a Robben Island.

“Dodici anni sono lunghi – continua Fadwa – molti sono stati i momenti di sconforto, ma altrettanti quelli di coraggio; coraggio che mi viene dato dal grande supporto internazionale nei confronti del mio popolo. Questo sostegno mi permette di affrontare gli sforzi e le difficoltà come palestinese e come donna, moglie e madre. Se qualcuno mi chiedesse chi è mio marito, risponderei che è un partigiano che lotta per la propria terra ed il proprio popolo, anche a costo di essere esiliato o imprigionato. Credo che quando un parlamentare viene sequestrato e messo in prigione, tutto ciò rappresenta un grave rischio per la democrazia. Da questa convinzione nasce il mio impegno nel promuovere la campagna in nome di mio marito, in nome della giustizia e della libertà”.

Marwan Bargohouti è un simbolo, la sua notorietà permette di far conoscere la grave situazione di più di 5000 prigionieri palestinesi, tra cui 11 parlamentari, 13 donne e 195 giovani. A 20 anni dai trattati di pace di Oslo, si è assistito all’aumento della colonizzazione e del numero dei detenuti e non si vedono cambiamenti all’orizzonte; “Quello che succede nelle carceri israeliane –aggiunge l’ambasciatrice palestinese in Italia Mai Alkaila, presente all’incontro – è una vergogna per l’intera umanità”. Nella società palestinese il carcere è pane quotidiano per tutta la popolazione: non esistono famiglie che non hanno parenti detenuti. Attualmente la Palestina detiene il record per il maggior numero di parlamentari in prigione, circa 50, senza ricevere alcun supporto da parte della comunità internazionale.

Fadwa Bargouti, ricordando l’imminente celebrazione della giornata del prigioniero Palestinese, conclude il suo intervento affermando che “nonostante la gravità della situazione in Palestina, durante questi 12 anni non mi sono mai permessa di fare un passo indietro, questa lotta è inevitabile per me perché rappresenta la lotta di tutti i detenuti, di tutte le donne palestinesi e tutto ciò mi fa sentire sempre viva. L’esperienza di altri popoli ci insegna che prima o poi il sole risorgerà. Continueremo a percorrere la nostra strada perché la nostra libertà è in arrivo”.

 

Per maggiori informazioni sulla campagna il sito ufficiale http://fmaapp.ps/

Per aderire alla raccolta firme, inviare una mail  freemarwan.italia@gmail.com

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