LA TUNISIA ACCOGLIE PROFUGHI IN FUGA DALLA LIBIA

L’orgoglio di vivere qui – testimonianza del nostro cooperante Stefano Mason

Oggi, sui media locali, si parla di 20.000 tunisini che rientrano dalla Libia e 30.000 rifugiati, libici e egiziani ammassati al di qua della frontiera; alcuni egiziani, depredati dalle milizie libiche mentre attraversavano il Paese, hanno iniziato uno sciopero della fame per richiamare l’attenzione delle autorità egiziane e per chiedere di essere rimpatriati. I libici scappano dalla guerra, ma anche dalla fame e dalla miseria, dato che il cibo e le medicine cominciano a scarseggiare.

E’ la Mezzaluna Rossa che gestisce in questo momento il flusso di rifugiati: da sabato sta organizzando dei convogli con generi di prima necessità(alimenti, coperte, vestiti, kit di pronto soccorso), ha montato delle tendopoli ed ha cominciato a Tunisi un’intensa attività di raccolta di materiali e fondi (il conto bancario  intestato a ” Croissant Rouge Tunisien ” opèration secours “, IBAN : TN 59 1040 4100 1200 0057 8876, BIC : STBKTNTT).

Da qualche giorno la Mezzaluna Rossa raccoglie i nominativi delle famiglie pronte a mettere a disposizione alloggi o anche solo letti agli sfollati ; e centinaia di famiglie hanno già risposto all’appello.

Vi scrivo perchè sento il bisogno di comunicarvi questo piacevole stato confusionale e lo strano orgoglio di vivere da quasi cinque anni in Tunisia : penso alla popolazione tunisina, che dopo decenni di dittatura implacabile, di giornali unidirezionali e privi di dibattito, di piattezza culturale, mantiene ancora un dignitoso senso civile e sente pena per i rifugiati, che scappano dalla miseria e dalle bombe. L’ospitalità e la solidarietà restano valori profondamente radicati.

Poi, inevitabilmente, dà un’occhiata ai media italiani, e sento parlare o leggo di esodi biblici, di immigrati da contenere, da temere, da strumentalizzare per il consenso elettorale. E penso che progresso, sviluppo e senso civile viaggiano spesso in direzioni contrarie.