LAMPEDUSA: OLTRE AL LUTTO, L’INDIGNAZIONE. SONO LE LEGGI E E LE POLITICHE SBAGLIATE A FARE VITTIME

Di fronte all'ennesima immane tragedia di centinaia di persone che perdono la vita cercando di approdare sulle nostre coste, la pietà e la commozione non possono più bastare.

Oltre a esprimere solidarietà e aderire al lutto nazionale, occorre indignarsi e abbattere un muro di ipocrisia, principalmente istituzionale: i 350 morti e i chissà quanto altri dispersi ci restituirà il macabro conteggio di oggi vanno a sommarsi con le migliaia di cadaveri che hanno reso il Mar Mediterraneo un vero cimitero. Ma questi non sono incidenti legati alle intemperie o alle cattive condizioni delle navi, le cosiddette carrette del mare, a cui si affidano, perché costretti e perché non ci sono altri modi di uscire dal proprio Paese, i tanti migranti che provengono dall'Africa e dalle sponde sud del Mediterraneo. Sono le leggi e le politiche sbagliate a fare questi morti, leggi securitarie e ''respingenti'' come quelle italiane, prima tra tutte quella varata dal nostro presidente della Repubblica che oggi parla di vittime innocenti, la Turco – Napolitano, e quelle europee. Leggi che comprendono i CIE e sono corresponsabili delle detenzioni, dei campi di concentramento libici e di accordi internazionali repressivi.

Inutile, come è stato fatto tra ieri e oggi anche dai maggiori mezzi di informazione italiani, invocare più risorse per il FRONTEX, di fatto un esercito europeo di frontiera, che risponde proprio a queste esigenze di sicurezza e di chiusura della cosiddetta ''fortezza europa''. Siamo infatti convinti che l'unica soluzione sia la libera e legale circolazione delle persone. Come già avviene nel resto d'Europa: frontiere, divieti e respingimenti sono queste le maggiori cause di queste morti e di tutte le cosiddette tragedie. Il resto è, appunto, ipocrisia.