‘L’INDUSTRIA DELLA CARITA’’: TONI SENSAZIONALISTICI E POCO APPROFONDIMENTO PER IL NUOVO LIBRO SUL NON PROFIT

E’ recentemente uscito il libro ‘L’industria della carità – da storie e testimonianze inedite il volto nascosto della beneficenza’ della giornalista Valentina Furlanetto pubblicato per Chiarelettere che con toni sensazionalistici parla di una realtà importante e complessa come quella delle ONG. COSPE, come altre associazioni, non ci sta all’attacco e risponde pubblicamente.

Il saggio della giornalista di Radio 24 sta facendo discutere il mondo della cooperazione e del volontariato. L’AOI (Associazione delle Ong italiane) ha già risposto con un comunicato stampa, uscito anche su Repubblica.it, nel quale afferma ‘l’autrice sembra così preoccupata di giustificare ad ogni costo le sue tesi, che spesso dimentica di approfondire ciò di cui sta parlando: così nel pentolone finiscono ONG nazionali e internazionali, terzo settore, non profit, agenzie governative e organismi internazionali, spesso senza distinzione e come unico e grande agglomerato’.

La critica al libro parte dalla generalizzazione di un mondo complesso, così prosegue l’AOI: ‘Nessuno nega che esistano delle storture e come Associazione delle Ong Italiane siamo i primi a denunciarle pubblicamente e ufficialmente, per tutelare le tante persone oneste – la stragrande maggioranza – che quotidianamente si adoperano con passione e dedizione al loro lavoro. Le risorse umane sono il vero patrimonio delle Ong e, soprattutto quelli impegnati all’estero, sono i testimoni del dialogo fra Nord e Sud del mondo incarnando la funzione più specifica e cruciale di ogni ONG, che non si limita a fronteggiare le situazioni di povertà, disagio e sofferenza, ma tende ad inserirsi e ad incidere concretamente nei processi sociali e politici delle comunità e dei territori in cui opera’.

Il comunicato per intero è disponibile in allegato e sul sito di Repubblica.it .

Anche l’Istituto donazione risponde ufficialmente al libro di Valentina Furlanetto, la cui inchiesta – secondo l’IID – restituisce una ”immagine del non profit italiano che non rispecchia la realtà. Il volume parte dall’interessantissima premessa di analizzare nel dettaglio il lavoro delle Ong ma purtroppo fornisce un quadro solo parziale, parla in maniera indistinta di realtà molto diverse tra loro e usa termini specifici del Terzo Settore come sinonimi, restituendo così un’immagine del non profit italiano che non rispecchia la realtà’’.

L’efficienza dei nostri soci – sottolinea Edoardo Patriarca, presidente dell’Iid – è per noi un fattore chiave che viene costantemente misurato e controllato a favore dei donatori stessi, affinch? essi possano donare con fiducia alle realtà che hanno il nostro marchio”.

Inoltre, un’indagine realizzata lo scorso novembre dall’Osservatorio di sostegno al non profit sociale dell’Iid e svolta su un campione di 55 organizzazioni non profit socie dell’Istituto mostra come vengono utilizzate le risorse nel mondo del non profit. ‘‘Dall’indagine emerge che gli oneri negli anni 2009–2011 dei soci Iid sono in media così distribuiti: 83 per cento per la missione (oneri istituzionali o tipici), 11 per cento per la struttura (oneri di supporto), 6 per cento per la promozione e la raccolta fondi.