Marocco: l’ennesima aggressione non ferma la lotta per i diritti umani

Wafae Charafgiornalista e attivista marocchina,  partecipante ai corsi di formazione del progetto COSPE MedNet è stata nuovamente aggredita a Tangeri. Purtroppo è la seconda volta in pochi mesi che questo accade. Pubblichiamo qui di seguito una lettera di solidarietà che racconta i fatti e invita a portare avanti la lotta intrapresa.

Car@ amic@,

Ancora una volta Wafae Charaf, membro del gruppo Medias Alternative del progetto MedNet è stata vittima di una vile aggressione e rapimento.

Di fatto ieri sera, al termine di una sit in piazza Beni Makada (piazza del Cambiamento) a Tangeri , organizzata dai lavoratori della zona industriale (il consiglio degli operai di Tangeri) , Wafae Charaf mentre tornava a casa è stata in realtà rapita, bendata e gettata in un furgone da un gruppo di uomini in abiti civili .

Per due ore la giovane ragazza di 22 anni, e di appena quaranta chili, è stata maltrattata, insultata e terrorizzata e da questo gruppo di sadici, prima di essere gettata in un angolo sperduto ad una dozzina di chilometri da Tangeri (nel comune Gzenaya).

Questo tipo di pratiche, che si pensava facessero ormai parte del passato, riaffiorano per riaffermare un’amara realtà e per ricordarci che i “lupi umani” non cambiano mai la loro natura e che gli attivisti per la libertà di espressione e la dignità  umana in Marocco non hanno certo una vita facile.

Noi possiamo che esprimere la nostra solidarietà e vicinanza a Wafae Charaf e dire agli odiosi criminali e ai loro mandanti che questo tipo di pratica non fa che darci ragione e rinforzare la nostra determinazione e la nostra volontà di lottare per un vero stato di diritto.

Il Coordinatore del Gruppo di Lavoro,

Kamal

[ foto di Marco Mensa ]

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