‘MINACCE, PEDINAMENTI E TORTURE’. LA DENUNCIA DI ANHRI

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di denuncia dell’ANHRI riguardo gli aggiornamenti della situazione in Egitto dopo la rivoluzione.

“l’ANHRI condanna i metodi e le politiche dissennate della Sicurezza di Stato,attualmente in uso da agenti di sicurezza”ignoti rivolte contro gli attivisti,nel tentativo di intimidirli e dissuaderli dal fornire sostegno ai martiri, ai feriti e ai prigionieri della rivoluzione, arrestati per aver partecipato a proteste pacifiche.

Asmaa Ali , attivista e moglie dell’avvocato per i diritti umani Malek Adly,ha ricevuto una telefonata il 19 dicembre da un numero privato. Li hanno minacciati e insultati. La telefonata anonima è continuata con minacce di morte nel caso in cui non avessero cessato di criticare le forze armate.”Se non smettete di criticare l’esercito, vi uccidiamo uno dopo l’altro. Anche se Malek pensa che essere un avvocato  lo proteggerà… “e continua con parole offensive ma non importa a nessuno di che  cosa si occupa. Noi lo uccideremo, e digli  che sappiamo dove trovarlo e dove vive, e non solo lui, molti di voi saranno uccisi”.”Ali non è riuscito a trovare alcuna informazione su chi avesse effettuato la chiamata.

Amr Imam,avvocato del movimento  No Military Trials for Civilians e volontario in organizzazioni per i diritti umani, stava uscendo dalla camera mortuaria di Zeinhom quando si accorse che qualcuno lo stava seguendo. Dopo circa 50 metri, un’altra persona lo raggiunse. Continu  a camminare per circa 300 metri, e quando era sicuro chelo stavano seguendo, è riuscito a prendere un taxi e a fuggire.

Vale la pena sottolineare che tutte queste minacce sono avvenute dopo che Ahmed Hussein, medico e membro del movimento doctor without right  e membro del Sindacato Medici, era stato rapito il 18 dicembre. Ahmed   stato detenuto e torturato per lunghe ore. E’ stato rilasciato il 19 dicembre, dopo aver ricevuto minacce di morte nel caso in cui continui a documentare episodi violenze durante le manifestazioni da parte dell’esercito. Aveva infatti documentato degli abusi sui manifestanti. Questo tipo di sequestro è avvenuto due volte dopo lo scoppio della rivoluzione. Finora non gli è stato notificato da parte della Sicurezza di Stato nessuno stato d’arresto.

Questi incidenti fanno prefigurare l’inizio di serio problema di sicurezza per gli avvocati impegnati in campagne per i diritti e la libertà pubblica e l’inizio di un lavoro di dissuasione dalla loro lotta per la giustizia. Ci riferiamo soprattutto ai casi di Malek e Amhed e ai casi di detenzione e uccisione di manifestanti pacifici. Questa campagna vuole contribuire a non lasciare impuniti gli autori dei crimini contro i manifestanti egiziani.

Queste pratiche indicano il ritorno della Sicurezza di Stato con i vecchi metodi del regime fatte di abusi e minacce ai danni degli attivisti. Piuttosto che fermare l’uccisione di manifestanti e cercare i responsabili dei fatti di sangue, la Sicurezza di Stato intimidisce e minaccia chi difende la giustizia e chi documenta gli scontri di piazza.