NOI E LE VITE SPEZZATE DI MOR E SAMB – UN MESE DOPO

A un mese di distanza dai tragici eventi di Firenze, pubblichiamo questo articolo di Udo Enwereuzor di COSPE (coordinatore FRANET ? Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali). Per non dimenticare, per continuare a riflettere su quanto accaduto e per agire concretamente per migliorare la situazione.

Noi e le vite spezzate di Mor e Samb

Il mio primo pensiero, dopo aver appreso la notizia dell?assassinio di Mor Diop e Samb Modou a Firenze, ? stato rivolto ai familiari e amici, con l?augurio che trovino la forza per sopportare il dolore di questa morte assurda. Se per chi ha seguito i fatti resta difficilissimo spiegarli, non ci sono spiegazioni capaci di dare un senso, per i parenti lontani, alla morte che ha colpito Mor e Samb non per qualcosa che hanno fatto nei confronti del loro assassino, ma solo per chi erano.

Fra le prime parole emerse per inquadrare questo delitto c?? stata la parola follia, dopo il vergognoso ?regolamento dei conti? battuto da diversi giornali e televisioni. Se di follia si tratta, ci troviamo di fronte ad una follia lucida e calma, capace di scegliere bene le sue vittime in base alla presunta appartenenza ?razziale?, risparmiando, fortunatamente, chi ha cercato di sbarrarle la strada, per proseguire, senza distrarsi, nel suo percorso. Curiosa follia che, per come si ? manifestata, ? giusto qualificare come razzista e xenofoba. La verit? ? che di folle in tutta questa tragica vicenda c’? solo l’ideologia dell’odio di cui l’assassino si ? nutrito negli anni.

Da anni, organismi internazionali come l?ex-Osservatorio europeo sul razzismo e xenofobia, oggi Agenzia per i Diritti Fondamentali dell?UE (FRA) o l?ECRI, la commissione contro il razzismo del Consiglio d?Europa, lanciano periodicamente l?allarme sul pericolo rappresentato in Italia dall?estremismo di destra nei confronti degli immigrati e dei rom e sinti, cos? come dalla legittimazione dell?espressione pubblica dell?odio nei confronti degli stessi gruppi da parte di politici in vista a livello nazionale. Senza volere stabilire una relazione causa-effetto tra singoli pronunciamenti e l?efferato duplice omicidio di Firenze, appare evidente che i discorsi razzisti dei vari Forza Nuova o Casa Pound o di quei partiti politici che non perdono occasione per indicare l?immigrato come nemico e pericolo per gli italiani, contribuiscono a creare un clima che rende pensabile comportamenti che altrimenti dovrebbero restare fuori dalla fantasia di qualsiasi persona civile.

La strage ? opera di un soggetto che ha coltivato la propria idea folle di odio dello straniero in ambienti ben precisi: quelli della destra xenofoba e razzista. Chi contribuisce ad alimentare ambienti simili, deve sapere che quello di Firenze ? uno degli esiti possibili dell’ideologia dell’odio che promuove.

Coloro che si precipitano a dichiarare la citt? non razzista, dovrebbero smettere di rincorrere un falso problema (l?essere razzista) e dedicarsi invece a riconoscere le pratiche, processi e procedure che hanno contenuti o effetti razzisti. Questo cambiamento ? necessario se vogliamo individuare e sviluppare possibilit? concrete di agire per prevenire o contrastare il fenomeno in modo efficace. Sul piano pratico, questo vuole dire rovesciare il discorso pubblico prevalente in tema di sicurezza dei cittadini e delle nostre citt?. A conti fatti, le persone immigrate sono vittime di reati in misura equivalente, se non superiore, rispetto agli italiani.

Il problema della sicurezza non ? una questione di italiani vittime contro stranieri delinquenti, ma di noi tutti ? italiani e stranieri ? contro chi, come l?assassino di Mor e Samb, pu? uscire di casa la mattina per andare ad uccidere altre persone solo per chi sono.

La presenza numerosa di cittadini alla manifestazione di sabato 17 dicembre a Firenze ha voluto dire non solo onorare i morti e portare solidariet? ai feriti. Ha voluto anche essere un forte segnale a tutta la societ? che deve cambiare comportamenti, atteggiamenti e opinioni che seminano, riproducono e diffondono l?odio nei confronti di alcuni segmenti della popolazione. Siamo tutti chiamati a vigilare, interrogarci e discutere pubblicamente il nostro comune futuro, per fare in modo che sia diverso, migliore e senza morti come quelle di Mor e Samb.

Questi due morti sono anche ferite a tutti noi e alla nostra umanit?. Occorre che coloro che hanno pi? potere e pi? responsabilit? -a partire dal potere della parola- diano l?esempio di un cambiamento, esercitando tale potere con maggiore senso di responsabilit?, evitando la rappresentazione negativa di interi pezzi della societ? solo perch? sono stranieri.

Udo C. Enwereuzor ? COSPE, responsabile FRANET Italia ? FRA (Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali)