Renzi e Netanyahu a Firenze: rilanciamo #opengaza

La scorsa settimana l’esercito israeliano ha distrutto 63 case e strutture finanziate con fondi internazionali, lasciando 132 persone, di cui 82 bambini, senza tetto.  A un anno dall’operazione denominata “Margine protettivo” solo il 5% dei materiali necessari  alla ricostruzione di Gaza sono entrati nella Striscia portando a 17 anni il tempo necessario alla ricostruzione delle 19mila case distrutte dall’attacco israeliano del 2014. Sono 100mila attualmente gli sfollati,  11 tra scuole e università distrutti, 120mila, inoltre, le persone non hanno accesso all’acqua e 81 sono gli ospedali danneggiati o distrutti. L’embargo israeliano è tra le prime cause del blocco della ricostruzione.  

Questi i dati, la cui principale fonte è  l’Onu,  che accolgono il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che, su invito di Matteo Renzi, sarà a Firenze nelle giornate del 28 e del 29 agosto, anniversario della fine del conflitto che lo scorso anno  ha causato  2132 vittime e 11000 feriti.

Un‘occasione questa per rinnovare al nostro primo ministro, dopo la lettera inviata un mese fa durante  la visita di Renzi in Israele e Palestina,la richiesta delle tredici ong italiane che lavorano sul territorio perchè: “gli aiuti umanitari diventino attività ponte per instaurare condizioni di vita accettabili per la popolazione civile e perché il nostro Governo esprima posizioni chiare e coerenti a favore del rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale”.  

Tra le richieste puntuali della lettera: la fine del blocco di Gaza imposto da Israele,  il rispetto degli accordi del Cairo in cui i Paesi donatori si sono impegnati con 6,5 milioni di euro per la ricostruzione dopo il conflitto, l’accesso senza restrizioni per i materiali necessari alla ricostruzione, la fine alle demolizioni da parte di Israele  agli sgomberi in Area C e a Gerusalemme Estil congelamento degli insediamenti e l’annullamento della pianificazione di nuove unità abitative negli insediamenti

 

Per Gaza, oltre alla campagna #opengaza promossa da Aida (un consorzio di associazioni e ong internazionali che lavorano in Palestina), è stata lanciata in questi giorni una petizione sulla piattaforma Avaaz che ha già coinvolto 35 ong e 600mila persone.  

 Ci auguriamo che questo viaggio del primo ministro israeliano in Italia serva dunque a ribadire anche un impegno del nostro Governo sul piano dei diritti umani e della cooperazione internazionale. 

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