Saperi tradizionali e gestione sociale dell’acqua nei paesi del Sud del mondo

La rivista “Carta” ha pubblicato, in un articolo di Marco Trotta, un resoconto del Convegno del 25-27 ottobre 2007 “Saperi tradizionali e gestione sociale dell’acqua nei paesi del Sud del mondo”. Questo ? il testo dell’articolo dal titolo “Fine anno sul fiume. La battaglia di Don luiz:

“Vivere di agricoltura in un clima semiarido pu? sembrare un eresia per l?agrobusiness occidentale. Eppure ? quello che provano a fare le comunit? del Sert?o, una regione semiarida a Nord del Brasile che abbraccia una decina di stati, aiutate da una ong, l?IRPAA. Un acronimo che sta a significare ?Istituto Regionale per un?appropriata agricoltura delle piccole coltivazioni?. Il suo obiettivo? Aiutare le famiglie che vivono in un?area di 800 mila kilometri quadrati, di cui soltanto il 20% fertile e con forti escursioni nelle precipitazioni, a portare avanti un?agricoltura sostenibile e in armonia con la natura. L?Irpaa, insieme ad altre Ong, ? stata ospite del convegno ?Saperi tradizionali e gestione sociale dell?acqua nei Sud del Mondo? organizzato dal e da Civilit? dell?Acqua a Bologna (i materiali su www.cospe.org e www.civiltacqua.org). Un?occasione per parlare di problemi e progetti legati all?acqua, ma non solo. ?Abbiamo sostanzialmente due difficolt? ? ci racconta Elisabeta Costa di IRPAA ? le scarse precipitazioni e la distribuzione sbilanciata. C?? un problema di tecnologie da utilizzare per accedere all?acqua, ma anche di mercati sui quali ? difficile arrivare con le produzioni tradizionali come casaca (distillato di canna da zucchero), miele, caff??. Difficolt? alle quali l?IRPAA risponde con l?educazione e la mobilitazione sociale. ?Da una parte ? continua Elisabeta ? diffondiamo la coscienza che ? possibile vivere nel Sert?o, organizzando corsi e servizi sociali rivolte alle famiglie e alle donne, in particolare. Dall?altra facciamo pressione sulle istituzioni perch? si applichino politiche pubbliche in questo senso. Il diritto all?acqua ? sancito dalla costituzione brasiliana, invece spesso prevale la logica dell?emergenza, come la distribuzione con autocisterne. O le grandi opere, come la trasposizione del Rio San Francisco, 700 kilometri di canali per spostare il secondo fiume pi? grande del Brasile?. Una scelta del governo brasiliano contestata dall?IRPAA e da altre reti e movimenti sociali, perch? funzionale all?interesse di stravolgere l?intero ecosistema locale a favore di produzioni agroindustriali da esportazione. ?Insomma, la fine dell?agricoltura tradizionale del Sert?o ? continua Elisabeta ? aggravando i problemi dei contadini, tanto pi? che non si tratta di acqua potabile. Invece la nostra risposta ? il progetto ?Un milione di cisterne?, da costruire da qui al 2010. Si tratta di strutture incassate nel terreno per trattenere l?acqua e immagazzinarla dal tetto delle case durante la stagione delle pioggie, per poi fornirla all?uso umano durante quella secca. Fino ad oggi siamo riuscite a costruirne 300.000. Un risultato ottenuto grazie alla mobilitazione di diverse reti locali, come il forum ASA che conta 700 associazioni in Brasile, e molte ong internazionali, che ci sembra un modo per coinvolgere la partecipazione e i saperi locali?. Un tema che non poteva non intrecciarsi a quello della riforma agraria che i movimenti continuano a chiedere al secondo governo Lula, ovvero l?obiettivo del progetto ?Una tera, dos aguas?. ?Una terra ? ci racconta ancora Elisabeta ? perch? il problema ? che spesso i contadini che occupano le terre del governo o dei privati che vengono occupate, non possono esibire dei documenti. Noi cerchiamo di aiutare questi contadini facendo pressione sul governo per risolvere il problema. Due acque, invece, perch? oltre al consumo umano garantito dalle cisterne, c?? quello agricolo dei piccoli contadini da risolvere con piccoli bacini, istruzione ed una politica di migliore distribuzione?. Info: http://www.irpaa.org.br

Marco Trotta

Per leggere l’articolo sul sito di Carta:
http://www.carta.org/campagne/ambiente/12378