SOMALIA, NOTIZIE SUGLI AVVENIMENTI DEGLI ULTIMI MESI

Proponiamo alcuni articoli che raccontano dei fatti e della situazione socio-politica in Somalia. Si tratta di notizie, a cura di Davide Rigallo, apparse sull?ultima newsletter di IIDIA, l’organizzazione non governativa impegnata nella difesa dei diritti delle donne in Somalia.

BELEDWEYNE, 18 GIUGNO: MUORE IN UN ATTENTATO IL MINISTRO PER LA SICUREZZA INTERNA
di Davide Rigallo
A Beledweyne, località a nord di Mogadiscio, un attentato suicida ha causato, il 18 giugno scorso, la morte di venticinque persone, tra le quali l’attuale Ministro per la Sicurezza interna somalo Col. Omar Hashi Aden e l’ex ambasciatore somalo in Etiopia, Adrkarin Farah Laqanyo. Si tratta di uno dei più gravi eventi da quando il governo di unità nazionale presieduto da Omar Abdirashid Ali Sharmarke si è insediato, che viene a turbare il processo di ricomposizione sociale e di pace avviato con la Conferenza di Gibuti del giugno 2008, a cui la comunità internazionale guarda con attenzione.

L’attentato è stato rivendicato da gruppi estremisti affiliati agli integralisti di Al-Shabaab. Per la sua gravità, l’evento ha avuto una vasta risonanza e la ferma condanna di molte Nazioni e organizzazione intergovernative.

La “Dichiarazione comune” di UA, UE, Agenzia Intergovernativa per lo Sviluppo, Lega Araba, ONU. In un comunicato diramato da Nairobi lo stesso 18 giugno, Unione Africana, Unione Europea, Agenzia intergovernativa per lo Sviluppo, Lega Araba e ONU hanno espresso la loro ferma condanna dell’attento, scrivendo tra l’altro: Questo deplorevole attacco ancora una volta dimostra che gli estremisti non si fermano di fronte a nulla nel loro disperato tentativo di conquistare il potere del governo legittimo della Somalia con la forza. [..] Si tratta di una minaccia non solo per il paese, ma per l’IGAD e la comunità internazionale. Esortiamo il governo a non essere scoraggiato da violenti crimini di una piccola minoranza e a continuare i suoi sforzi per la pace e la riconciliazione attraverso il processo di Gibuti.

Il popolo somalo, sia all’interno che all’esterno del paese, rappresenta la speranza per la pace che non deve essere negata. Gli USA. Il governo degli Stati Uniti condanna nei termini più energici, l’attentato suicida. Leggiamo in una nota: Questo deplorevole attacco è un altro esempio di vili atti compiuti da coloro che si oppongono agli sforzi per raggiungere la pace in Somalia. Questo atto inoltre sottolinea la vitale necessità di continuare il sostegno internazionale del TFG. Gli Stati Uniti continueranno a fornire un forte sostegno al TFG e di tutti i somali che desiderano per la pace e la riconciliazione.

La dichiarazioni del governo somalo. In un comunicato ufficiale diramato da Mogadiscio, il governo somalo ricorda l?impegno instancabile del Col. Hashi nel contrastare le forze che mirano a interrompere il processo di pace. Gli estremisti – vi si legge – hanno già fallito nel loro tentativo di rovesciare il governo con la forza a causa del continuo successo delle operazioni militari in cui il colonnello Hashi aveva svolto un ruolo fondamentale.
I loro combattenti, che comprendono diversi stranieri, hanno fatto ricorso alle più vile forma di violenza. Il governo è prosegue la nota – invita tutti i somali ad aderire alla condanna dell’assassinio del colonnello Hashi e degli altri numerosi civili innocenti ucci si o feriti nell’attentato, e a continuare a sostenere gli sforzi in vista della pace.


NAIROBI: IL RAPPRESENTANTE SPECIALE DELLE NAZIONI UNITE AUSPICA IL RITORNO DELLA STABILITA’ A MOGADISCIO
di Davide Rigallo
Il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Somalia, Ahmedou Ould- Abdallah, ha espresso la speranza che i recenti risultati operati dalle forze di sicurezza nella scorsa settimana consentano agli abitanti di Mogadiscio di tornare a vivere in una condizione di stabilità e di normalità.

Ahmedou Ould-Abdallah ha inoltre dichiarato che gli attacchi precedentemente subiti dalle forze di sicurezza somale hanno causat o la fuga di numerosi residenti, anche tra i rifugiati rientrati all’inizio del 2009 nella capitale.
Nonostante le cautele delle forze di sicurezza somale – ha continuato il rappresentante è gli attacchi contro le istituzioni governative e civili innocenti sono continuate con gravi violazioni dei diritti umani e uccisioni. In risposta a ciò, le forze governative non hanno avuto diversa alternativa che difendere la popolazione di Mogadiscio. La continua sofferenza di somali causata da altri somali – ha concluso – non può essere giustificata.


ADDIS ABEBA: 33° RIUNIONE STRAORDINARIA DELL’IGAD di Davide Rigallo
Il 10 luglio scorso si è svolta ad Addis Abeba la 33° riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri dell’IGAD (InterGovernmental Authority on Development) per discutere sugli sviluppi della situazione in Somalia.
La riunione è stata presieduta da Seyoum Mesfin, Ministro degli affari esteri della Repubblica Federale Democratica d’Etiopia e attuale presidente del Consiglio dei ministri IGAD.

Alla riunione hanno preso parte: Mahamoud Ali Youssouf, Ministro degli esteri della Repubblica di Gibuti; Mohamed A. Omaar, Ministro degli Esteri del Governo Federale di transizione della Somalia; Richard Onyonka, Sottosegretario del Ministro degli affari esteri della Repubblica del Kenya; Isaac Musumba, Ministro degli Esteri dell’Uganda; Muheidin Salem, Ambasciatore sudanese in Etiopia; e Mahboub M. Maalim, segretario esecutivo dell’IGAD.

La riunione ha visto inoltre le partecipazioni di Arap Kipruto Kirwa, facilitatore per la pace e la riconciliazione nazionale in Somalia dell’IGAD, Ramtane Lamamra, in rappresentanza del presidente dell’Unione Africana; Musa Abdelkarim Walid, per il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Somalia; Raffaele de Lutio, Ambasciatore italiano e presidente del IGAD Partners Forum. Al termine della riunione, il Consiglio dell’IGAD ha diramato un comunicato in cui si affermano, tra i molti punti, le seguenti cose:

1. il processo di pace di Gibuti costituisce l’unico quadro legale e legittimo attraverso cui Parlamento e Governo della Somalia sono stati costituiti. Esso resta l’unica valida strada per l’attuazione della pace e della riconciliazione in Somalia, fino ad agosto 2011;
2. si condanna la continua aggressione militare finalizzata alla rimozione forzata del legittimo governo della Somalia;
3. si riconosce che tale aggressione militare non è più  una lotta tra somali ma è istigata da elementi stranieri che hanno causato la morte di molti civili e un massiccio spostamento interno;
4. si invita l’Unione Africana e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu a rivedere le regole di ingaggio dei militari dell’AMISOM al fine di meglio garantire la sicurezza delle popolazioni;
5. s’invitano gli Stati membri dell’IGAD confinanti con la Somalia a controllare con attenzione le frontiere, al fine di impedire la penetrazione in Somalia di elementi destabilizzanti.