Terremoto in Ecuador: bilancio sempre più grave. E’ emergenza.

Ancora aggiornamenti in diretta da Quito, grazie ai nostri cooperanti. La situazione diventa sempre più difficile, anche nelle comunicazioni dalle province colpite. Non è stato possibile finora avere foto dai luoghi dell’epicentro e dai nostri partner. Insieme però stiamo valutando danni e metodi per coordinare l’azione con il Governo, l’ambasciata e le altre organizzazioni presenti nel paese. Attivato un conto corrente per le donazioni.  

c/c bancario n. 7876 Banca Etica sede di Firenze, Via dell’Agnolo, 73/R IBAN IT12 P050 1802 8000 0000 0007 876 (intestato a: COSPE – Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti, Via Slataper, 10 – 50134 Firenze) specificando come causale “Terremoto Ecuador”.

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Sono passate quasi 48 ore da quando l’Ecuador è stato colpito dal tremendo terremoto sabato scorso e lo scenario che i network e i media nazionali presentano si sta facendo sempre più catastrofico.

Il numero di vittime accertate è arrivato a 413, ma sono molte le zone nelle quali le squadre di soccorso e ricerca non sono riuscite ad arrivare. Oltre alla distruzione crollo di interi quartieri, come nel caso delle città di Portoviejo e Manta, o addirittura di intere cittadine, come nel caso di Pedernales, si contano crolli anche nelle zone più remote, ma l’interruzione della rete stradale rende difficile poter fornire aiuto a tutta la popolazione.

Il numero di feriti aumenta di ora in ora, e l’ultimo bollettino del Governo stima in circa 4000 le persone che ha bisogno di attenzione medica, acqua, viveri, vestiti. E’ ancora incerto il numero degli sfollati, anche a causa della fuga dalle zone colpite di molte famiglie, che si stanno dirigendo, con mezzi di fortuna o addirittura a piedi, verso altre Province, in cerca di ospitalità presso amici, familiari. In questa fase concitata le squadre di soccorso ecuadoriane e di altri Paesi, Argentina, Messico, Spagna, Colombia, Venezuela, stanno lavorando per trovare e salvare le decine, forse centinaia, di persone che sono ancora intrappolate sotto le macerie.

Nel frattempo la macchina dei soccorsi è entrata oramai a pieno regime, non solo con le squadre della protezione civile e la croce rossa. A livello centrale il Governo ha iniziato a coordinarsi con le grandi agenzie umanitarie (UNDP, FAO, PAM, Unione Europea) per iniziare a stimare i danni causati e, soprattutto, avere un quadro più dettagliato dei bisogni delle migliaia di persone che, in questo momento, ha necessitano di aiuto. Una fase molto delicata che aiuterà anche a definire quali possano essere gli interventi prioritari per la fase di ricostruzione e il sostegno che dovrà essere dato affinché l’economia delle aree colpite possa iniziare a ripartire.

L’intero settore commerciale e produttivo delle 6 Province è infatti in ginocchio: la Provincia di Manabi, in assoluto la più colpita assieme a quella di Esmeraldas hanno bisogno di iniziare sin da subito a riattivare la economia locale: la pesca artigianale, le piccole imprese agro-zootecniche e commerciali, il settore del turismo, si stima che quasi 160 mila persona siano state direttamente o indirettamente colpite dal terremoto e ne subiscano le conseguenze in termini di disponibilità di cibo, acceso all’acqua potabile.

COSPE si è attivato per coordinare con le istituzioni europee, la ambasciata italiana, i partner ecuadoriani e le altre ong italiane con l’obiettivo di contribuire in questa fase di assesment per fornire un quadro aggiornato della situazione post terremoto nei vari cantoni e comunità nei quali abbiamo contatti o stiamo portando avanti attività con altri progetti di cooperazione. Attualmente stiamo lavorando nelle due province, Esmeraldas e Manabì, con i produttori di cacao e caffè mentre, con un altro progetto “Mancomudidad de todos”, collaboriamo direttamente con il Governo Provinciale di Esmeraldas. Un lavoro che, speriamo, entro domani ci permetterà di fornire alle autorità centrali un elenco di priorità che possa contribuire a indirizzare e ottimizzare gli sforzi del coordinamento gestito dal governo stesso.
COSPE ha partecipato anche al gruppo di lavoro coordinato dalle Nazioni Unite per stabilire i criteri da adottare per la raccolta informazioni, condiviso i contatti per avviare i lavori di raccolta dati e, nel pomeriggio, incontrata la agenzia della unione europea Echo per verificare le azioni che, assieme ai nostri colleghi della altre ong, potremmo avviare nelle province della costa. Nelle aree terremotate, come è facile comprendere, tutte le attività progettuali che stiamo portando avanti sono sospese. Se nel caso del progetto “Mancomunidad de todos” la sospensione delle attività di formazione subirà solamente un ritardo, con la programmazione di una nuova sessione di lavoro con i funzionari e i tecnici della Prefettura, nel caso del progetto del Ministero degli Affari Esteri su Cacao e Caffè la situazione è ancora tutta da definire.

Fabio Scotto, il nostro coordinatore del progetto MAE, sta provando a organizzare una prima visita alle associazioni e alle famiglie coinvolte per capire se e come sia possibile portare loro aiuto. Purtroppo le pessime condizioni della rete stradale, la scarsa copertura della rete telefonica e, soprattutto, l’assenza di energia elettrica rendono molto difficile al momento raggiungere le famiglie anche solo telefonicamente.

I pochi contatti che siamo riusciti ad avere con i rappresentanti di alcune delle associazioni di produttori del progetto presenti nella zona costiera, confermano comunque il quadro desolante di crolli delle abitazioni, degli edifici e una paralisi di tutte le attività. Dopo l’incontro con l’Ambasciata italiana, che sta lavorando per destinare un primo fondo di emergenza a sostengo delle attività di ricostruzione, ci coordineremo per tutte le azioni da portare avanti.

Quello che serve oggi in queste zone sono beni di prima necessità: dall’acqua a un kit di potabilizzazione ad alimenti non deperibili (olio, zucchero, sale, grani, riso, fagioli, farine, pasta, biscotti, barre energetiche, latte…) ma anche stoviglie, tende, cuscini, copertine, vestiti per clima tropicale, cappelli, zanzariere e repellenti, kit per igiene personale, bende, cerotti e gesso.