Ventinove ONG egiziane contro una legge del governo

Ventinove ONG Egiziane respingono una legge che permette al governo di interferire con il proprio operato

Le ONG hanno firmato e rilasciato una dichiarazione lo scorso Mercoledì, elencando i motivi del rifiuto della proposta di legge avanzata dal Ministero della Solidarietà Sociale. Tra i firmatari della dichiarazione si trovano ONG quali l’Associazione per la libertà di pensiero e di espressione (AFTE), Al-Nadeem Centre e il Network arabo per l’informazione sui diritti umani, partner COSPE.

 

In un incontro del 26 giugno, il ministero si è riunito per discutere l’adozione della nuova legge, avendo scelto di seguire come traccia una legge precedente simile, la legge 32/1964. “Il disegno di legge è una palese violazione della Costituzione e degli impegni internazionali dell’Egitto”, afferma la nota. Nella loro dichiarazione, le Ong hanno rimarcato il loro rifiuto nei confronti della legge perché “consente all’autorità amministrativa di interferire gravemente con gli affari delle ONG, obiezioni e annullando le loro decisioni, e ignorando la loro indipendenza”.

La legge amplia anche potenziali cause di scioglimento giuridico delle ONG, come l’insufficienza per raggiungere i loro obiettivi. Secondo la dichiarazione, la legge formerà un comitato di coordinamento che è concessa la facoltà di controllare l’attività delle ONG attraverso il controllo delle proprie fonti di finanziamento, e di rilasciare permessi alle organizzazioni internazionali per consentire loro di operare in Egitto. Le ONG sono contro l’istituzione di questa commissione, dicendo che mette associazioni per i diritti umani in “balia delle forze di sicurezza“. L’emissione di questa legge consentirà alle forze di sicurezza di intervenire e renderà i compiti delle ONG difficili, aggiunge il comunicato stampa.

La dichiarazione ha affermato che il progetto di legge aggira l’articolo 75 della Costituzione, che garantisce i diritti dei cittadini di formare associazioni e acquisire legittimità giuridica sulla informare il Ministero della Solidarietà Sociale. La legge vieta inoltre alle organizzazioni di avere fini politici che possono “minacciare l’unità nazionale o l’ordine pubblico“. La suddetta legge vieterebbe inoltre alle ONG di lavorare con i sindacati, e di condurre qualsiasi ricerca sul campo o impostare eventuali sondaggi di opinione senza l’autorizzazione dell’Agenzia centrale per la pubblica Mobilitazione e Statistica (CAPMAS).

“Tutto ciò limiterà le operazioni delle ONG in Egitto e sopprimere la libertà di parola”, ha affermato Ahmed Abdel-Naby, avvocato AFTE. Le ONG sono convinte che questo disegno di legge non abbia bisogno di modifiche, bensì di ristesura secondo una nuova filosofia basata sulla liberazione della società civile a svolgere il proprio ruolo nota. “Il disegno di legge è un progetto repressivo che mira a tacere la voce delle organizzazioni della società civile e delle organizzazioni per i diritti umani. Non è diverso dalla Legge Protesta approvata dalla presidente ad interim [Adly Mansour] nel mese di novembre 2013, tutto ciò è contro quello che la rivoluzione ha chiesto.

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