VIAGGIO IN NIGER

A quindici anni dalla morte di Luciana Sassatelli ripercorriamo le strade del Niger, tra i primi Paesi dove COSPE ha iniziato a lavorare e dove Luciana perse la vita, come sappiamo, in un tragico incidente

a cura di Federica Masi*

Viaggiare lungo quelle strade polverose percorrendo distanze infinite fa sentire la bellezza e la difficoltà di una terra dura che impone un confronto continuo e faticoso con gli uomini e le donne che la vivono, la attraversano, se ne cibano. Orti lussureggianti che si aprono all’improvviso dopo centinaia di chilometri di deserto, costruiti con dedizione intorno a precarie fonti di acqua, enormi granai per conservare oggi quello che servirà domani, mezze lune di pietra intorno a fragili piante per trattenere la poca acqua piovana scavate dalle mani di donne che cercano così di fermare l’avanzata del deserto. Deserto che comunque invade le strade, le case, che piano piano cancella villaggi interi.
Viaggiare per quelle strade polverose e totalmente dissestate fa ricordare Luciana, che ha fondato il COSPE nel 1983 e che in quelle strade ha perso la vita insieme ad altre 3 persone. Quando passiamo dalla strada che collega Keita (giardino rigoglioso della cooperazione italiana che da molti anni finanzia programmi di riforestazione e gestione delle risorse naturali) alla capitale Niamey e l’autista ci mostra il luogo dell’incidente stradale c?? un’emozione latente anche in chi come me non ha conosciuto Luciana direttamente ma solo nel ricordo e nelle attività che il COSPE ha continuato a portare avanti e che oggi ne ripercorre i passi con lo stesso ruolo di allora.
E’ il Niger uno dei primi paesi dove COSPE ha iniziato a lavorare sostenendo i contadini nella loro capacità di organizzarsi, produrre, contare. Sostenendo un movimento che chiede attenzione dai propri governi ma anche dalla comunità internazionale, che chiede di non distruggere mesi e anni di questo lavoro, duro, operoso e costante, con misure di dumping a favore dei prodotti delle grandi produzioni agro-commerciali europei.
La sovranità alimentare costituisce oggi per il COSPE uno dei filoni principali di intervento in Africa come in America Latina. Una battaglia comune che ci lega tutti, anche qua in Europa, e che cancella le differenze tra Nord e Sud (Est o Ovest), portando al centro dell’attenzione il diritto all’autodeterminazione dei popoli a gestire le risorse del proprio territorio per produrre i propri alimenti. E oggi come allora siamo ancora chiamati a sostenere, lavorando sia in Europa che in Africa a fianco dei movimenti contadini e della popolazione, la ricerca di uno sviluppo sostenibile che passa prima di tutto attraverso la tutela e il rafforzamento di produzioni e consumi locali, la rottura della dipendenza dai mercati internazionali, la valorizzazione di identità e culture tradizionali, la riduzione di input agricoli esterni, la ricerca dell’autosufficienza alimentare e la tutela ambientale.

* Segretario Generale COSPE